casa FS – recupero di una piccola residenza storica a buscemi

La casa occupa il piano terra e rialzato di una residenza storica situata nel centro antico di Buscemi. Nella parte oggetto dell’intervento l’edificio risale agli ultimi anni dell’ottocento con modifiche primonovecentesche ma su probabile base precedente. Durante il cantiere sono emerse diverse tracce di fasi di trasformazione di varia natura, non tutte riconducibili con certezza ad un periodo definito ma da cui sono stati tratti indizi per la cronologia relativa delle diverse parti componenti.

Dall’osservazione degli edifici adiacenti si è potuto constatare come alcuni elementi (i sistemi voltati su piedritti) facessero parte di un organismo unitario su più campate, poi suddiviso da successivi rimaneggiamenti, di cui l’edificio occupa solo una porzione. Allo stesso modo alcuni volumi, in particolare quelli su strada, sembrano riconducibili ad addizioni successive, forse dovute ad intasamenti di aree ad orto e al ridisegno degli assi viari prospicienti. Il cambiamento di livello delle strade di accesso è visibile anche dalla presenza di aperture tamponate.

Il progetto sceglie di rendere evidenti le tracce delle trasformazioni principali tentando comunque di non frammentare gli spazi né l’immagine risultante. Nei limiti di un intervento locale diverse azioni sono intraprese per migliorare le caratteristiche strutturali (non ottimali sia per qualità della struttura originaria sia per le trasformazioni novecentesche): demolizione tetto in c.a. e rifacimento tetto in legno, cordolo in acciaio, incatenamenti metallici per l’arcone centrale e per i fronti su strada, interventi di cuci-scuci nelle parti ammalorate di muratura. Sono realizzati i servizi e resi funzionali gli impianti.

Le finiture ripropongono le principali caratteristiche materiche e cromatiche delle case storiche di Buscemi (intonaco chiaro o pietra calcarea).

Il pavimento, stante la demolizione di quello originario verso la metà del novecento, è ridefinito con tavole di legno da cantiere, favorendone il riuso

progetto definitivo di riqualificazione del municipio di bastia umbra

Il municipio di Bastia Umbra, composto da due edifici a contatto differenti per epoca, tipologia e integrazione nel tessuto urbano, rappresenta uno snodo ai margini del centro storico in posizione di grande visibilità. L’edificio su cui intervenire, realizzato all’inizio degli anni Sessanta del Novecento dopo la demolizione di un fabbricato esistente, si presenta eterogeneo rispetto ai prospetti storici per disegno delle bucature e materiali ed è inagibile per problemi statici.

Le necessità di rinforzo strutturale dell’edificio inagibile, assieme alle richieste di miglioramento funzionale espresse dagli uffici comunali, costituiscono una occasione da cogliere per una riqualificazione complessiva.

Il progetto definitivo, di conseguenza, oltre agli interventi strutturali prevede operazioni sulla distribuzione interna, sui prospetti, sulle finiture, proponendo un quadro organico di interventi in modo da migliorare – nei limiti del mandato e delle risorse disponibili – l’inserimento dell’edificio nel contesto e contribuire alla qualificazione del tessuto storico. In sintesi:

1. Le bucature su tutti i prospetti sono ampliate accentuandone le proporzioni verticali e differenziando le finestre del primo piano – sede della sala del consiglio comunale, della sala della giunta, dell’ufficio del sindaco – per aumentare l’illuminazione naturale degli uffici e reinterpretare criticamente alcuni elementi dell’edificio storico preesistente;

2 Il portico di accesso è alleggerito sostituendo grata e balaustra con parapetto in vetro;

3. Si realizza un doppio volume sull’atrio di ingresso con una demolizione parziale del solaio, in modo da aumentare le connessioni visuali tra l’accesso principale e gli spazi collettivi istituzionali al piano superiore;

4. I collegamenti verticali sono razionalizzati spostando l’ascensore esterno nella sede interna prevista dal progetto originario dell’edificio; si realizza inoltre una rampa al piano terra integrata nel basamento esistente in modo da aumentare l’accessibilità e la fruibilità;

5. Gli spazi del sottotetto sono riqualificati e attrezzati per sale riunioni, grazie alla realizzazione del nuovo ascensore e al rifacimento della copertura in c.a. con una nuova struttura in acciaio e legno.

Assieme alla razionalizzazione degli uffici e servizi sono previste finiture completamente rinnovate eliminando il trattamento episodico ed eterogeneo degli spazi attuali, frutto di interventi stratificati nel tempo. I nuovi pavimenti sono tutti in legno chiaro, mentre le pareti sono tinteggiate in bianco. Per alcuni luoghi di particolare importanza compositiva sono previsti trattamenti cromatici e materiali differenti, come per la sala del consiglio.

In fase di progetto esecutivo si potranno precisare le modalità di riqualificazione dei paramenti murari esterni in mattoni, approfondire le scelte sugli arredi e studiare in dettaglio gli interni della sala del consiglio comunale, in modo da garantirne una qualificazione commisurata al suo valore civico e una maggiore flessibilità d’impiego per usi collettivi

linee guida per il restauro degli apparati decorativi – chiesa s. rocco a reggiolo

Le Linee guida per il restauro degli apparati decorativi costituiscono un documento ad integrazione dell’intervento di recupero e risanamento conservativo con miglioramento sismico della Chiesa di S. Rocco detta della Madonna di Lourdes a Reggiolo, eseguito dopo il sisma del 2012.
Le indicazioni riguardano interventi su intonaci e dipinti murali, decorazioni su elementi lignei e lapidei, pavimentazioni, vetrate e arredi fissi. Si è trattato anche il tema delle coloriture esterne, suggerendo in via indicativa alcuni approfondimenti ed analisi ulteriori.

Gli studi storici e le elaborazioni sono definiti secondo diverse fasi: esame di documenti d’archivio inediti, indagine diretta e approfondimenti diagnostici progressivi. Per ogni area tematica sono descritti materiali costitutivi, iconografia, tecnica esecutiva, stato di conservazione e proposte di intervento, distinguendo strati superficiali e protettivi, pellicola pittorica e preparazione, supporto, struttura di sostegno. Per le voci necessarie alla schedatura sono state adottate le definizioni dell’ICCD e gli altri riferimenti schedografici di maggiore diffusione più adatti al caso.

Gli interventi individuati nel progetto e la loro quantificazione sono da intendersi indicativi: si prevede di procedere ad approfondimenti e saggi preliminari mirati in fase di cantiere. Le Linee guida forniscono un quadro di coerenza necessario per impostare le indagini, individuare gli interventi e ottenere le autorizzazioni da parte degli Enti di tutela, da coinvolgere durante ogni fase conoscitiva ed esecutiva

linee guida per il restauro degli apparati decorativi – chiesa ss. annunziata a villanova di reggiolo

Le Linee guida per il restauro degli apparati decorativi costituiscono un documento ad integrazione dell’intervento di recupero e risanamento conservativo con miglioramento sismico della Chiesa della SS. Annunziata a Villanova di Reggiolo eseguito dopo il sisma del 2012.

Le indicazioni riguardano interventi su intonaci e dipinti murali, decorazioni su elementi lignei e lapidei, pavimentazioni, vetrate e arredi fissi. Si è trattato anche il tema delle coloriture esterne, suggerendo in via indicativa alcuni approfondimenti ed analisi ulteriori.

Gli studi storici e le elaborazioni sono definiti secondo diverse fasi: esame di documenti d’archivio inediti, indagine diretta e approfondimenti diagnostici progressivi. Per ogni area tematica sono descritti materiali costitutivi, iconografia, tecnica esecutiva, stato di conservazione e proposte di intervento, distinguendo strati superficiali e protettivi, pellicola pittorica e preparazione, supporto, struttura di sostegno. Per le voci necessarie alla schedatura sono state adottate le definizioni dell’ICCD e gli altri riferimenti schedografici di maggiore diffusione più adatti al caso.

Gli interventi individuati nel progetto e la loro quantificazione sono da intendersi indicativi: si prevede di procedere ad approfondimenti e saggi preliminari mirati in fase di cantiere. Le Linee guida forniscono un quadro di coerenza necessario per impostare le indagini, individuare gli interventi e ottenere le autorizzazioni da parte degli Enti di tutela, da coinvolgere durante ogni fase conoscitiva ed esecutiva

progetto preliminare di riparazione post sisma della chiesa di s. maria assunta a reggiolo

La chiesa di S. Maria Assunta a Reggiolo, documentata a partire dalla fine del XVI secolo su probabile base precedente e quasi completamente ridefinita su progetto di Cesare Costa tra la metà e gli ultimi decenni del XIX secolo, rappresenta un’emergenza monumentale di grande rilievo per il centro di Reggiolo. Il sisma del 2012 ne causa il forte danneggiamento, soprattutto nelle strutture voltate, per lesioni diffuse, dislocazioni e crolli parziali.

Sulla base di uno studio storico-archivistico corposo, grazie al quale sono stati rinvenuti materiali inediti, e a seguito di un rilievo mirato, indispensabili per individuare le unità strutturali e redigere le schede di qualità muraria, il progetto preliminare individua le operazioni necessarie per la riparazione dei danni causati dal sisma e il recupero della sicurezza propedeutica al ripristino della fruibilità pubblica. Sono definiti interventi di rafforzamento locale, e criteri-guida per il restauro e le operazioni per il recupero delle finiture e delle decorazioni. Particolare attenzione è dedicata al miglioramento delle connessioni necessarie tra componenti strutturali senza alterare le caratteristiche di rigidezza e il comportamento globale dell’edificio, prevendendo interventi compatibili con le caratteristiche costruttive e figurative per materiali impiegati, tecniche esecutive, durabilità.

Le opere sono articolate secondo due stralci esecutivi e distinte in base alle diverse unità strutturali. Nell’insieme costituiscono un corpus organico di operazioni sia sotto il profilo strutturale che architettonico secondo il principio di minimo intervento, tenuto conto delle necessità di riparazione e inibizione dei meccanismi di collasso.

I singoli interventi sono suscettibili di approfondimenti da determinare con il progetto esecutivo, proseguendo il processo di conoscenza e di affinamento progettuale

progetto architettonico di riparazione postsismica del teatro comunale di guastalla

Il Teatro comunale Ruggeri di Guastalla, di origine seicentesca e più volte trasformato nel XIX e XX secolo, rappresenta un luogo di grande valore storico e simbolico per la comunità locale. Il sisma del 20 e 29 maggio 2012 produce diverse evidenze di danno: in particolare l’innesco del ribaltamento della facciata e alcune lesioni sull’intradosso del soffitto decorato della platea (plafone in canne e gesso)

La consultazione degli archivi storici locali (in particolare la Biblioteca Maldotti di Guastalla e l’Archivio di Stato di Reggio Emilia) permette di chiarire diversi aspetti significativi per la comprensione delle vicissitudini costruttive del Teatro. Il progetto, sulla base dello studio storico e del rilievo di dettaglio, individua le trasformazioni principali dell’edificio, le sue caratteristiche costruttive, i danneggiamenti subiti, gli obiettivi, i criteri e le prescrizioni progettuali.

Il progetto architettonico, in stretta relazione al progetto strutturale, nei limiti delle conoscenze e delle risorse disponibili definisce gli interventi di riparazione e miglioramento locale, nello spirito delle Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale. Oltre alla riparazione dei danni sono definiti criteri e interventi per la riduzione delle vulnerabilità manifestate senza variare il comportamento sismico globale dell’edificio, impiegando tecniche e presidi compatibili con i valori storici e la consistenza materiale della fabbrica e assicurando le premesse per il recupero della fruibilità collettiva

Alcuni interventi sono definiti in dettaglio (come incatenamenti metallici e fasciature in fibre di acciaio per l’ancoraggio della facciata e connessioni metalliche dell’orditura lignea delle coperture); le operazioni sul plafone, al contrario, sono da intendere come semplici indicazioni di massima, stante l’impossibilità di valutare con l’approfondimento necessario la struttura e il suo stato di conservazione (operazione possibile solo in fase di cantiere). Definiti i criteri generali, per gli interventi effettivi si rimanda alla fase esecutiva e alla Direzione lavori di concerto con gli Enti di tutela

recupero e miglioramento sismico palazzo requisenz

Il progetto riguarda una porzione di un edificio sette-ottocentesco organizzato a corte,
un tempo unitario, in posizione centrale nel tessuto urbano storico di Buscemi ricostruito
in seguito al terremoto del 1693.

Gli interventi si sono concentrati sull’ala occidentale, in cui si riconoscono
due corpi distinti: l’edificio originario, relativamente integro, e una porzione sopraelevata e trasformata
a partire dagli anni sessanta del Novecento, disomogenea rispetto al resto e configurata
come superfetazione non integrata.

Il progetto è strutturato su due obiettivi strettamente collegati: il miglioramento del comportamento
sotto sisma e il recupero degli aspetti materiali e figurativi, tenendo conto delle trasformazioni subite. L’intervento utilizza tecniche, materiali e lavorazioni compatibili con il mantenimento delle caratteristiche architettoniche e costruttive originarie.

Oltre alle operazioni strettamente strutturali (rifacimento e parziale sostituzione del tetto, connessioni
con catene metalliche, realizzazione del cordolo sommitale in muratura, ridefinizione delle strutture
portanti dei volumi sopraelevati recenti) sono definiti diversi interventi di riconfigurazione
dei volumi, dei prospetti e delle finiture

piano di recupero di un comparto privato nel centro storico

L’area del progetto di recupero occupa una posizione marginale rispetto al centro storico
di Umbertide, in un contesto di transizione sotto il profilo morfologico, tipologico, funzionale.
Costituisce il terminale di un tessuto residenziale di origine storica ottocentesca, delimitato da spazi
pubblici di grande dimensione ma scarsamente configurati, utilizzati a parcheggio di livello urbano.
Ai suoi margini si ritrovano funzioni residenziali, edifici pubblici e servizi.

Il comparto di recupero presenta caratteri di scarsa qualificazione morfologica e funzionale.
Al suo interno si ritrovano un edificio residenziale in cattivo stato di conservazione, diversi edifici
artigianali dismessi, aree di pertinenza prive di connotazione morfologica e funzionale significativa,
in gran parte coperte con strutture precarie.

La proposta di piano di recupero tiene conto di un possibile modello generale di assetto relativo
all’intero contesto di riferimento, secondo una messa a sistema di operazioni recenti
o in corso di completamento nel suo immediato intorno riguardanti il costruito, le aree verdi, i percorsi.
Il piano arriva a definire il progetto di massima degli edifici da restaurare e da ristrutturare con
modesti ampliamenti e si conclude con la stesura delle norme tecniche di attuazione per la
regolazione degli interventi di recupero

preliminare di piano di dettaglio con valenza paesistica

All’interno del territorio del comune di Anguillara Sabazia, l’ambito di Vigna di Valle si identifica con
la porzione di pianura costiera e i primi retrostanti versanti collinari disposti sul bordo meridionale
del Lago di Bracciano al limite occidentale del territorio comunale.

La proposta preliminare di piano di dettaglio dell’ambito di Vigna di Valle risponde alle disposizioni
contenute nell’accoglimento parziale, da parte della Regione, della Proposta di modifica del Piano
territoriale paesistico vigente avanzata dal Comune di Anguillara Piano territoriale paesistico
regionale adottato (Ptpr 2007). Le controdeduzioni regionali alla richiesta dell’Amministrazione
comunale stabiliscono la necessità di predisporre un piano di dettaglio preliminare che contenga
un’ipotesi di recupero, valorizzazione e fruizione compatibile con gli obiettivi di qualità paesaggistica,
eventualmente da accogliere in sede di approvazione del Ptpr.

L’attuale classificazione delle parti interne all’ambito stabilita dal Ptpr, se rapportata alla situazione
reale e alle necessità di riqualificazione, comporta diversi aspetti critici, che in sintesi possono
essere ricondotti a tre ordini di questioni: la mancata rispondenza allo stato dei luoghi per diverse
porzioni di territorio; l’introduzione di fattori sperequativi nel trattamento differenziato di aree simili;
la limitazione o l’interdizione di trasformazioni necessarie per la riqualificazione dell’ambito.
Di conseguenza, lo studio è volto innanzitutto a esporre i risultati della lettura del paesaggio di Vigna
di Valle, evidenziandone le trasformazioni recenti, i modi d’uso attuali, i valori presenti, le necessità
di recupero, le potenzialità di valorizzazione.

Il lavoro si articola in una prima parte, in cui si presenta una lettura e valutazione e dell’ambito
di Vigna di Valle nel contesto territoriale; una seconda parte, nella quale si ricompone il quadro
delle principali previsioni per l’ambito; una terza parte, dove sono descritte le discipline paesistiche
regionali vigenti; una quarta parte in cui, sulla base delle criticità riscontrate nel rapporto tra
situazione attuale e disciplina paesistica vigente e delle opportunità di trasformazione, viene
delineata una proposta preliminare di piano di dettaglio per l’ambito, articolata secondo linee
generali con l’obiettivo del recupero, della valorizzazione e della fruizione compatibile dell’ambito,
articolato in base alle vocazioni delle sue diverse parti.

Il lavoro si conclude illustrando le variazioni ritenute necessarie nella disciplina del piano territoriale
paesistico regionale adottato

piano di utilizzazione degli arenili

Il comune di Anguillara Sabazia occupa la costa sudorientale del Lago di Bracciano, a nord
ovest di Roma. Il Piano di utilizzazione degli arenili è studiato in vista della riorganizzazione delle
attrezzature presenti, del riordino delle concessioni delle aree demaniali e, più in generale, della
tutela e la valorizzazione delle risorse naturalistiche, paesistiche e storico-archeologiche del lago.
Tra i principali obiettivi la definizione, secondo criteri di sostenibilità, delle possibili utilizzazioni della
costa, promuovendo la fruibilità sociale in maniera compatibile con i valori presenti.

Lo studio è suddiviso tra quadro conoscitivo, valutazioni e indicazioni programmatiche, disciplina di
piano. Nel quadro conoscitivo le fasi attraversate sono diverse: l’analisi e alla valutazione del quadro
territoriale d’area vasta, la individuazione dei principali caratteri dell’uso del suolo, la ricognizione
dei vincoli ambientali, la sintesi delle previsioni urbanistiche vigenti. La valutazione arriva a definire
in dettaglio i caratteri della fascia costiera, attraverso rilevazioni dirette. Lo stesso approfondimento
è riservato ai contesti di entroterra per mettere a fuoco le dinamiche in atto.

Il Piano, tenendo conto delle necessità e delle opportunità di trasformazione, formula indicazioni
programmatiche e indirizzi progettuali, articolandosi attraverso:
– la distinzione tra aree pubbliche (a verde, a parcheggi, pavimentate) e aree in concessione;
– la distinzione tra sistemi, ambiti, luoghi a diversa connotazione (percorsi, accessi, aree di sosta,
aree naturalistiche, aree attrezzate per la balneazione, aree turistico-commerciali e ricettive, aree
per la nautica, aree sportive servizi pubblici e/o privati, aree residenziali);
– la disciplina degli usi e delle trasformazioni per le diverse aree.

Nel Piano sono contenute anche delle Linee guida per la realizzazione delle strutture di servizio per
le attività da condurre sull’arenile, studiate come indicazione di requisiti progettuali di massima.

incarico per nuovo centro civico e risistemazione waterfront

A seguito della premiazione per il concorso Europan 8 la municipalità di Kirkenes incarica le due
squadre di progettisti premiati a pari merito con il primo premio per lo sviluppo delle proposte
progettuali e la loro traduzione in linee guida per un progetto urbano da attuare a medio termine.

La proposta riprende le caratteristiche essenziali dei due progetti premiati e si basa sugli esiti degli
incontri e delle conferenze cittadine organizzate tra municipalità, progettisti, investitori e operatori
economici assieme ai rappresentanti dei principali organismi coinvolti pubblici e privati.



I criteri di progetto, illustrati con testi sintetici e ideogrammi, sono basati su sette scelte principali:
– distinzione dei percorsi in base al loro ruolo e alleggerimento delle strade lungo costa;
– ridefinizione dei varchi di accesso al centro civico;
– connessione delle nuove funzioni con le polarità urbane esistenti;
– favorire le connessioni pedonali tra il centro civico e l’area portuale da rivitalizzare;
– moltiplicare le occasioni di permeabilità funzionale e visiva tra i diversi ambiti di progeto;
– favorire la commistione funzionale;
– articolare gli spazi secondo misure e sequenze in accordo con le dimensioni e le percorrenze
locali.


Le prime due parti del lavoro sono definite in comune dai due gruppi di progettazione; la parte terza
riporta le differenti proposte, comunque studiate in maniera da risultare reciprocamente coerenti
sulla base degli assunti concordati.

linee guida per la revisione del piano regolatore generale

Le Linee guida rappresentano l’avvio delle attività di revisione del Piano e permettono di definirne la struttura in via preliminare. Sono state definite tenendo conto dei confronti pubblici svolti durante il 2009 in diverse occasioni. Il tema affrontato non si riduce a ripensare la normativa urbanistica; ma è quello di mettere a fuoco delle idee innovative sul futuro di Buscemi, impostando un confronto aperto, esteso a tutti i cittadini, alle categorie produttive, ai soggetti interessati.

Le Linee guida rappresentano l’occasione per impostare questa discussione, definendo le condizioni urbanistiche per favorire lo sviluppo di Buscemi a partire dalle risorse territoriali esistenti. Per questo è essenziale far crescere negli abitanti la consapevolezza delle molte qualità del territorio, come base per mettere a fuoco le diverse opportunità di riqualificazione.

Per impostare le Linee guida si sono effettuate ricerche che hanno preso in esame diversi aspetti del territorio e della città di Buscemi; il rapporto tra scale diverse è stato considerato come un principio costante.

Alla scala territoriale sono state svolte indagini sul sistema fisico-morfologico, ambientale, i beni culturali diffusi, gli usi attuali del suolo; i paesaggi e le loro trasformazioni recenti; la struttura socio-economica e demografica; la pianificazione e i programmi in corso.

Sul centro urbano sono state svolte diverse letture, sia d’insieme che di dettaglio: struttura urbana, fasi di formazione, caratteristiche morfologiche e funzionali; isolati e tipologie edilizie prevalenti; spazi aperti, percorsi e accessi, luoghi di relazione; emergenze storiche e valori architettonici e urbani; trasformazioni del costruito, degrado dell’architettura storica, dinamiche di trasformazione recenti.

Come lettura di dettaglio del costruito è stata impostata una schedatura degli edifici dell’intero centro storico per individuare ogni elemento di valore storico-architettonico ancora presente, ogni intervento successivo, di varia natura, e ogni fattore di degrado dovuto all’abbandono o a trasformazioni successive. Assieme alle letture sugli spazi aperti, queste analisi rappresentano la base fondamentale per definire le diverse categorie di trasformazione ammissibili e le priorità di intervento, da precisare nel nuovo Piano.


L’insieme degli interventi di riqualificazione mostra la grande quantità di operazioni possibili, che nel loro insieme possono rendere il centro storico un laboratorio di recupero urbano, favorendo il riuso abitativo

ristrutturazione e ampliamento edificio rurale (casettone)

L’edificio da risistemare per agriturismo è formato da un volume allungato in direzione est-ovest ed
è composto da due corpi distinti: un corpo basso coperto con tetto sostenuto da capriate in legno,
utilizzato a magazzino, e un volume a due livelli addossato al primo utilizzato a residenza rurale.

Il progetto riconverte l’intero edificio ad alloggi per agriturismo, differenziati a seconda della
posizione, mantenendo la leggibilità dei due corpi preesistenti con alcuni adattamenti.
Nel corpo
basso sono localizzati due monolocali con piccola cucina e servizi; al piano terra del corpo a due
livelli e al primo piano vengono realizzati due appartamenti indipendenti, ciascuno di quattro stanze
con cucina e servizi. L’appartamento al secondo piano può essere in parte trasformato in due nuclei
autonomi letto-servizi attorno agli ambienti comuni dell’ingresso-soggiorno e della cucina.

Per la trasformazione e l’adeguamento della dotazione di servizi sono stati realizzati dei piccoli
ampliamenti: al di sotto del volume della scala esterna a sud tra piano terra e primo piano, sulla
testata ovest dell’edificio esistente, sul margine nord. In tutti e tre i casi i volumi sono di altezza
minore dell’edificio esistente e coperti a terrazza; in particolare i volumi a sud e ovest consentono di
realizzare affacci panoramici verso il contesto agrario e naturale anche a grande scala.
Le nuove bucature sono pensate in continuità con quelle esistenti o disposte in maniera tale da
segnare l’accostamento tra edificio esistente e nuovi volumi, con stacchi continui direzionati verso
il paesaggio della tenuta.

I materiali impiegati reinterpretano quelli esistenti: intonaco tinteggiato all’esterno, solai in travi di
legno e tavolato o pianelle all’interno, cotto e acciottolato nelle pavimentazioni.

ristrutturazione casa AC

L’intervento ha riguardato la risistemazione di un appartamento di circa 60 mq al settimo piano
prossimo all’area centrale di Roma, all’interno di un fabbricato della fine degli anni venti del
Novecento. Nello stato precedente ai lavori l’impianto era basato su un corridoio perimetrale e diversi
ambienti (due stanze, cucina, servizi) aperti a sud est sulla terrazza.


Il progetto ha reimpostato l’impianto privilegiando gli
ambienti di uso collettivo, riducendo al massimo gli spazi di disimpegno. La casa è suddivisa in due
metà: la prima dedicata agli spazi di soggiorno, la seconda alla zona notte e ai servizi. L’ingresso, il
soggiorno e la cucina formano un ambito in cui i diversi spazi, autonomi e separabili, sono
in stretta connessione. La stanza principale possiede una cabina armadio e un bagno privato.
Il volume della cucina è trattato come un grande mobile: la parete è segnata da fasce scanalate
e dipinta di grigio; leggermente sollevata da terra, si ferma ad una quota inferiore al soffitto del
soggiorno. Le diverse quote sono segnate da illuminazioni continue.


Per ottenere una maggiore fruibilità, la parete della cucina verso il soggiorno –
trattato come una finestra interna – ospita un tavolo per sei persone completamente retrattile che,
da chiuso, non si distingue dalla parete, rientrando al suo interno.


Anche per le dimensioni limitate dell’appartamento i materiali e i colori prescelti sono semplici e in
numero ridotto: soffitti e pareti ad intonaco bianco (eccetto la
cucina), porte lineari non modanate in legno bianco, parquet a tinte scure, elementi
metallici color antracite. Gli arredi fissi segnano l’impostazione lineare del progetto e sono trattati
come estensioni o articolazioni di pareti e pavimento.


La terrazza è stata ripavimentata con parquet da esterni e dotata di un pergolato con tenda retrattile
nella porzione di parete a contatto con il soggiorno.

progetti urbani all’interno delle linee guida per la revisione del piano regolatore generale

All’interno delle Linee guida per la revisione del piano di Buscemi alcuni contesti del
centro urbano e delle sue immediate vicinanze sono stati studiati con maggiore approfondimento.


La compresenza di elementi di grande valore storico e urbano e situazioni di degrado richiede
di impostare progetti urbani unitari, in cui siano affrontati assieme diversi temi: il recupero del
costruito, la riqualificazione degli spazi pubblici, gli interventi sul verde e i percorsi.


Nelle Linee guida sono individuati cinque progetti urbani in stretta connessione reciproca:
1. L’area del Castello e del Convento, da acquisire al pubblico e riqualificare come parco storico-archeologico
e paesistico (“porta” di accesso al centro storico da sud e affaccio verde sul paesaggio
della valle dell’Anapo). Sono previste sistemazioni a verde e recuperi delle strutture esistenti per
ospitare attività culturali compatibili con lo svolgimento di ulteriori attività di ricerca archeologica.

2. L’area del Belvedere, porta di accesso al centro storico da nord e affaccio principale dal centro
storico sulla valle dell’Anapo, deve essere riqualificata tramite la riconnessione ai tessuti circostanti,
l’eliminazione delle strutture incongrue e la ridefinizione dei fronti edificati ai suoi margini.

3. Sull’area delle grotte e degli insediamenti antichi a sud del centro il progetto definisce interventi
di riqualificazione dei fronti edificati e di recupero del costruito storico rupestre, residenziale e
agricolo. L’area viene trasformata in un sistema organico di spazi pubblici e orti urbani, come testata
dei percorsi naturalistici e paesistici urbani e territoriali. Il recupero dovrà avvenire secondo progetti
coordinati per favorire la fruizione e lo svolgimento di indagini storico-archeologiche e urbane.

4. Per l’area di margine del viale a nord del centro si propone di ridurre l’ampiezza della sede
stradale a favore degli spazi pedonali e verdi. In questo modo è possibile realizzare un percorso
alberato di comunicazione tra l’area del Belvedere e l’area delle grotte, eventualmente attrezzato
per eventi temporanei. Il percorso forma la spina dorsale di un parco lineare a scala urbana.

5. Per il sistema di spazi pubblici del centro storico gli interventi riqualificano gli spazi di relazione
di maggior valore alla scala urbana. La piazza Roma è il luogo dove si concentrano i principali
interventi: la riqualificazione delle pavimentazioni e del verde, la riconnessione con il sagrato
della chiesa di S. Sebastiano, la ridefinizione e la riqualificazione dei fronti edificati degradati. Altri
interventi riguardano il sistema del Corso in corrispondenza dei capisaldi urbani.

progetto rimessa trattori e casa custode

Il progetto è definito nell’ambito delle attività di rilancio delle attività agricole e agrituristiche di una
grande tenuta nel comune di Civitella d’Agliano, assieme alla ristrutturazione e riconversione degli
edifici storici esistenti.


Il nuovo complesso è localizzato nella porzione meridionale del pianoro che costituisce l’estensione
principale della tenuta, nei pressi della strada interpoderale comunale in direzione est-ovest e
compreso tra un’area a frutteto e a bosco. Il progetto è impostato secondo uno schema a corte
aperta verso ovest formata da tre blocchi. Il primo corpo, a nord, parallelo alla strada, contiene
la rimessa dei mezzi agricoli e il laboratorio dei prodotti, oltre a spazi di servizio come l’officina;
il secondo, a est, ortogonale al primo, ospita i locali di servizio e i magazzini al piano terra e la
residenza del custode al primo piano. Il terzo corpo è costituito da una pensilina a copertura di spazi
di raccolta e stoccaggio temporanei.


Il progetto reinterpreta nell’impianto e nei materiali le caratteristiche principali delle strutture
analoghe della zona. Mentre la residenza e i magazzini sono in blocchi di muratura portante, in
analogia con gli altri edifici della tenuta, la rimessa e il laboratorio e la pensilina sono formati da
strutture metalliche e copertura in legno e lamiera e racchiusi da murature perimetrali, come altri
edifici circostanti. Alcuni elementi architettonici ricorrenti del contesto, come le scale esterne, sono
assunti e reinterpretati nel progetto.


I tre corpi autonomi sono riconnessi da un sistema di pensiline e di percorrenze al primo piano,
necessarie per i collegamenti trasversali e per il controllo visuale della tenuta da posizione
sopraelevata. La loro configurazione è posta in relazione reciproca dal disegno dei prospetti
e dal ritmo delle bucature, a formare corpi pieni e dall’immagine piuttosto difensiva verso
l’esterno e fortemente aperti verso la corte, e da alcuni elementi ricorrenti come i frangisole e i
camminamenti.

I materiali impiegati per il trattamento delle facciate riutilizzano i materiali ricorrenti nel contesto,
come l’intonaco e il rivestimento in tufo a giunti stretti

pensiline fotovoltaiche a servizio di attività agrituristiche

Le pensiline fotovoltaiche sono integrate nelle sistemazioni esterne e poste a copertura dei parcheggi di quattro casali da recuperare come agriturismo.

Le strutture riutilizzano materiali già disponibili in una fase precedente al progetto, pensati per altri impieghi.
Il modulo base è composto da due montanti in legno,
uno verticale e uno ortogonale alla copertura, da travi perimetrali e trasversali in
legno, connesse da tiranti in acciaio. Il modulo è
aggregato su dimensioni diverse (dai 5 metri per 15 ai 5 per 30, singole o in serie) su quattro distinte aree della tenuta.

Le localizzazioni delle pensiline ricercano la minima visibilità dai
percorsi e la migliore posizione rispetto alle alberature esistenti. In un caso, alla ricerca del
minimo impatto visivo, alcune pensiline sono state poste in un’area libera all’interno del
bosco e quindi è stato necessario attendere il rilascio del nulla osta paesaggistico

ristrutturazione e miglioramento sismico casa MG

Studi e progetto preliminare per la ristrutturazione e il miglioramento sismico di un edificio storico nel centro storico di Buscemi.


L’edificio, intercluso in un isolato composto in prevalenza da edifici in abbandono, si imposta in parte su roccia (a monte) e in parte su ambienti voltati in pietra (a valle, verso sud); è composto da diverse cellule aggregate in momenti successivi e trasformate in epoca non recente sia nella distribuzione che nelle finiture

progetto preliminare di recupero e riqualificazione della villa strohl-fern

L’incarico si muove nei margini definiti dalla Convenzione tra lo Stato italiano e lo Stato francese del 2005 sull’utilizzo di Villa Strohl-Fern, accordo che determina le azioni per la riqualificazione ambientale e paesistica del parco, il
mantenimento delle attività scolastiche e la promozione di iniziative e progetti culturali congiunti.

La condizione di villa storica, le attività ospitate e le relazioni con il contesto ne definiscono un
ruolo urbano di grande rilevanza. La Villa richiede un intervento organico e
sistematico di recupero sia sugli spazi aperti che sulle strutture edificate, e la promozione di una
fruizione culturale compatibile con il suo valore storico, ambientale e urbano.

Il progetto preliminare di recupero è organizzato secondo diverse elaborazioni: inquadramento urbano
e rilievo dell’assetto attuale; studi storico-paesistici e ricostruzione delle trasformazioni storiche;
studi naturalistici e individuazione delle aree di maggior valore e di degrado; rilievi degli edifici,
ricostruzione delle trasformazioni e verifica rispetto alle normative vigenti; lettura
delle previsioni urbanistiche; individuazione delle azioni per la riqualificazione, delle previsioni di
assetto, delle categorie di intervento, degli approfondimenti necessari.

Il progetto prende in esame sia gli spazi aperti che i percorsi e il costruito in un insieme sistematico
di azioni e interventi di tutela e riqualificazione:

1. le aree libere sono soggette a modificazioni nulle o minime; modeste trasformazioni sono previste
per interventi di ripristino o per situazioni già compromesse da riconfigurare;

2. le diverse aree sono soggette a fruzione differenziata a seconda delle diverse suscettibilità. In particolare, le aree a nord verso Villa Giulia sono soggette a visite al patrimonio naturalistico e archeologico secondo le indicazioni della Soprintendenza;

3. gli interventi sugli edifici e le categorie di intervento sono definiti con il duplice scopo di concorrere
al recupero dell’assetto storico, eliminando le trasformazioni successive incongrue, e alla riqualificazione dell’edificato per garantire la corretta funzionalità delle attività scolastiche

4. a seconda dei valori riscontrati sono previste diverse categorie di intervento sugli edifici; dal restauro
conservativo, agli adeguamenti funzionali, alle riconfigurazioni e ristrutturazioni, alle demolizioni e
ricostruzioni, alle demolizioni senza ricostruzione (nei casi di strutture edificate degradate e non utilizzate); non sono consentiti aumenti di volume;

5. le percorrenze interne sono ridefinite come assi pedonali, e carrabili solo per ragioni di servizio o
di emergenza; i percorsi interni sono riconfigurati secondo la pavimentazione originaria.

Il progetto preliminare è definito seguendo le indicazioni degli Enti di tutela e l’esito dei colloqui intercorsi tra la Committenza, i rappresentanti delle istituzioni comunali e statali coinvolte e il gruppo di progettisti.

Negli anni successivi alla consegna il progetto viene sviluppato anche a scala edilizia con altri progettisti secondo nuove determinazioni della Committenza, modificando le indicazioni del progetto preliminare

ristrutturazione e ampliamento complesso rurale di monte pimpio

Il complesso rurale di Monte Pimpio, posto su un pianoro rialzato ai piedi di un rilievo collinare, è composto da un casale principale, configurato come edificio a blocco a tre livelli fuori terra affacciato ad est sulla valle del Tevere, un edificio minore ad un piano contro terra un tempo utilizzato a magazzino e un piccolo volume ripostiglio al centro della corte aperta.

Il progetto ha l’obiettivo di ristrutturare l’edificio per usi agrituristici. Il casale viene riconfigurato, lavorando su piccole trasformazioni delle bucature ed eliminando le superfetazioni, e riadattato disponendo un ristorante con piccola sala di soggiorno, al piano terra e al primo piano, e con quattro stanze con servizi al secondo piano.
Un nuovo volume, a nord, più basso del casale e coperto a terrazza, separato da un corridoio vetrato, ospita le scale e i servizi per il ristorante, prendendo il posto di un volume preesistente demolito prima dell’intervento. L’edificio ad un piano contro terra viene trasformato in vineria, anche riutilizzando una galleria magazzino esistente; mentre il piccolo volume centrale viene a far parte delle sistemazioni esterne della nuova corte aperta.

Il progetto è impostato in maniera tale da rendere riconoscibili le aggiunte e i volumi trasformati, pur senza discostarsi in maniera eccessiva dagli edifici preesistenti. Un rivestimento in tufo a giunti chiusi, materiale diffuso nell’area, viene utilizzato come segno unificante da rileggere sul nuovo volume dedicato alle scale e ai servizi, sulla vineria, sul muro contro terra che segna il margine delle sistemazioni esterne verso la collina. L’apertura verso il paesaggio è ricercata con le grandi finestrature continue tra il casale e il nuovo volume, con i tagli minori finestrati nel rivestimento in tufo, con la realizzazione delle terrazze panoramiche.

Le sistemazioni esterne impiegano i materiali locali – acciottolato, tufo, pedane in legno trattato – e sono strutturate sulle direzioni principali del luogo.

Il casale è servito dall’energia elettrica prodotta da pensiline fotovoltaiche a copertura del parcheggio, in legno e acciaio, disposte in una radura del bosco circostante in maniera tale da risultare nascoste dai percorsi principali e dal fondovalle

ristrutturazione e miglioramento sismico casa FF

L’edificio è situato sulla piazza principale del centro storico di Buscemi, in posizione di testata ovest
dell’isolato che segna il margine meridionale della piazza, in forte pendenza. Su una
base precedente, la configurazione attuale è riconducibile ad una risistemazione
ottocentesca, seguita da diverse trasformazioni nel Novecento.

L’edificio è in muratura calcarea intonacata con cantonali e cornici in pietra da taglio e presenta una facciata principale ad ovest lungo il pendio, a timpano con tre file di bucature principali, un fronte sulla piazza ad un unico livello a nord e un
fronte sud a tre livelli con terrazza superiore, contraddistinto da un grande contrafforte. Gli ambienti
al piano terra, coperti da volte in pietra regolare, sono occupati da attività artigianali, magazzini e
garages.


L’edificio presenta uno stato di conservazione mediocre degli intonaci e degli elementi decorativi
lapidei e mostra diversi segni di dissesto. Gli studi definiscono le basi conoscitive per il progetto
di ristrutturazione e miglioramento sismico: rilievo architettonico e strutturale, ricostruzione delle
fasi di trasformazione storica, definizione delle caratteristiche costruttive e di vulnerabilità con
individuazione dei meccanismi di collasso potenziale, individuazione degli interventi necessari.

Il progetto architettonico si struttura secondo la necessità di conseguire due obiettivi strettamente
collegati: il miglioramento delle caratteristiche strutturali e del comportamento globale dell’edificio
sotto sisma, e il mantenimento e il recupero del valore architettonico dell’edificio nei suoi aspetti
materiali e figurativi, tenendo conto delle modifiche subite.

Oltre al rifacimento unitario delle facciate, si prevede la riorganizzazione dei collegamenti tra livelli,
attualmente frutto di trasformazioni episodiche, la conferma dell’uso residenziale dei livelli superiori
e la riorganizzazione dei livelli inferiori, secondo un insieme organico di interventi utili a rendere
leggibili le qualità materiali storiche e le tracce residue delle trasformazioni più significative