linee guida per la definizione della struttura urbana minima nei piani comunali – umbria

La struttura urbana minima (SUM) è definibile in sintesi come l’insieme di spazi, funzioni, percorsi e luoghi strategici per assicurare sia la risposta urbana al sisma in fase di emergenza che per consentire il mantenimento e la ripresa delle attività urbane ordinarie, economico-sociali e di relazione nel breve-medio periodo successivo al terremoto. La struttura urbana minima dipende quindi dalle caratteristiche specifiche di ogni insediamento urbano e rappresenta una categoria urbanistica con valore sia analitico che progettuale.

L’individuazione della Struttura urbana minima all’interno degli strumenti urbanistici strutturali comunali è prescritta dalla normativa urbanistica regionale dell’Umbria con finalità di riduzione del rischio sismico (art. 3 c. 3 LR 11/2005).

Le Linee guida per la definizione della Struttura urbana minima nel Piano regolatore generale – parte strutturale contengono i riferimenti e le indicazioni operative necessarie per l’individuazione della SUM nel processo di definizione del Prg.

Le Linee guida sono articolate in due parti. La prima (Principi) indica principi generali, definizioni, contenuti e fasi per l’individuazione della SUM; la seconda (Indicazioni operative) contiene criteri ed esempiper individuare le componenti della SUM, le loro criticità, le azioni e gli interventi necessari per l’incremento di funzionalità in relazione alle fasi e ai contenuti degli strumenti urbanistici comunali. Un’importanza particolare è riservata al concetto di debolezza sistemica (quando ad esempio la crisi di un unico elemento fisico, per la sua posizione o rilevanza, è in grado di provocare la crisi di un intero sistema funzionale) e al suo opposto, la ridondanza.
Le Linee guida costituiscono il contenuto della DGR n. 164/2010 della Regione Umbria

progetto preliminare e definitivo per la nuova scuola primaria collodi

La nuova scuola Carlo Collodi occupa una posizione strategica all’interno del centro storico di Sansepolcro. L’edificio è inserito nell’area scolastica in cui trovano posto anche il Liceo e le aree sportive circostanti. A ridosso della cinta muraria medicea, a stretto contatto con l’area verde e il camminamento lungo le mura, è in vicinanza degli isolati del tessuto storico del Campaccio e del complesso ottocentesco della ex Manifattura Tabacchi.


La scuola esistente da demolire è una successione di corpi distinti e articolati in cattivo stato di conservazione e inadeguati dal punto di vista strutturale e funzionale. L’intero complesso, assieme al liceo, si percepisce come una serie di fronti edilizi eterogenei inseriti in un’area poco configurata.

Il progetto preliminare della scuola si articola per rafforzare le relazioni rispetto al contesto urbano garantendo allo stesso tempo la realizzazione di un organismo unitario che tenga conto della preesistenza monumentale delle mura medicee.
Il principale criterio guida per l’inserimento nel contesto è la relazione visuale con le mura. La nuova scuola, più bassa della scuola esistente, è pressoché invisibile dall’esterno del tracciato murario. L’unico volume percepibile è la palestra attuale che viene mantenuta e per la quale si prevede una riqualificazione dei fronti.
L’impianto generale è costituito da un’aggregazione a corte di diversi volumi che accostandosi lasciano un grande vuoto centrale occupato dal grande giardino della corte interna.

Il complesso è suddiviso in quattro blocchi distinti ma strettamente connessi, orientati secondo le direzioni principali del contesto, rispondenti alle diverse esigenze scolastiche: il fronte principale, a due livelli e il corpo sud, ad unico livello, in cui sono dislocate le aule ed i relativi spazi comuni; il corpo est , ad un livello, in cui sono inseriti gli spazi per la didattica interciclo; e il volume della palestra preesistente, ad ovest, cui si aggiungono dei volumi minori.

La scelta dei materiali utilizza unicamente pietra, intonaco, legno, acciaio, studiati in relazione al contesto.

La realizzazione dei diversi corpi, in accordo con le indicazioni dell’amministrazione comunale, è pensata secondo fasi distinte. Per questo si è cercato di rendere le diverse articolazioni il più possibile coerenti dal punto di vista figurativo e funzionale e fattibili dal punto di vista della didattica e della cantierabilità. Naturalmente il progetto potrà dirsi completo solo se tutti i volumi previsti saranno realizzati e tutti gli spazi aperti a verde saranno attrezzati, realizzando la continuità con il parco delle mura.

Nel progetto definitivo (2013) la sequenza delle bucature sul fronte nord si definisce secondo un ritmo serrato; e su indicazione della Soprintendenza il corpo sud ruota leggermente allontanandosi dal tracciato delle mura

piano particolareggiato del centro storico – norme tecniche di attuazione

Il piano particolareggiato del centro storico di Monte Compatri (Roma) assume la valenza di un piano di recupero, e ha come obiettivo la riqualificazione e la rivitalizzazione del nucleo antico, tramite la regolamentazione degli interventi sul costruito, la promozione delle attività artigianali e commerciali, il ridisegno degli spazi aperti.

Le norme tecniche di attuazione sono state strutturate in accordo agli obiettivi di piano, e articolate in diverse modalità di attuazione a seconda delle necessità e opportunità di intervento, del tipo di trasformazione, dei soggetti pubblici o privati di riferimento

disegno strategico territoriale regionale

Il Disegno Strategico Territoriale (DST) per la Regione Umbria è un documento strategico
strutturato in vista dell’integrazione delle politiche regionali.

La visione strategica del territorio regionale definita nel DST parte dal riconoscimento, nella
struttura territoriale della Regione, di tre situazioni distinte: le aree della concentrazione insediativa,
quelle della diffusione policentrica, quelle della rarefazione. Queste situazioni sono il riferimento
per declinare sul territorio la visione guida assunta dalla Regione per l’integrazione delle politiche
territoriali e di sviluppo: quella dell’Umbria come laboratorio di sostenibilità.

Il DST, a partire da questa visione, si pone come strumento per la costruzione di politiche di sviluppo
radicate nei territori. Al suo interno il paesaggio assume un ruolo essenziale; paesaggio
considerato non come “oggetto”, ma come modo di guardare strategicamente il territorio, nel senso
della lungimiranza e nel senso della considerazione degli esiti paesistici di ogni politica e azione.

Il Documento in cui viene espresso il DST è strutturato in due parti; la prima illustra le finalità e i
contenuti essenziali del DST; la seconda riporta i temi affrontati per la costruzione del DST e orienta
gli approfondimenti settoriali.

Nella prima parte, contenuti e finalità del DST sono costruiti attraversando diversi passaggi: i
possibili scenari, una Visione guida, le Linee strategiche di sviluppo, l’Agenda territoriale regionale (i
Progetti strategici territoriali), i Riferimenti per i progetti integrati di iniziativa dei territori, il rapporto
tra Disegno strategico territoriale e paesaggio (indicazioni per il piano paesaggistico regionale).
Nella seconda parte si riporta l’apparato conoscitivo che presenta il quadro sintetico dei temi di
riferimento settoriali

ristrutturazione e miglioramento sismico casa DF

Il lavoro è stato svolto nel quadro di un progetto di ristrutturazione degli edifici e di riconfigurazione
delle aree di pertinenza della cascina, centro di un’azienda agricola attiva.


La consulenza è stata dedicata alla definizione delle soluzioni strutturali, d’insieme e di
dettaglio, necessarie per accompagnare il progetto di
rifunzionalizzazione: il riutilizzo residenziale dei sottotetti, l’apertura di
alcuni passaggi nei muri di spina, il rifacimento di alcune porzioni ammalorate delle coperture.
Assieme a questi interventi si è colta l’occasione per concepire un insieme sistematico di operazioni,
con l’obiettivo di contribuire al miglioramento strutturale dell’insieme, in particolare sotto il profilo
sismico.


L’intero quadro di interventi, in accordo con l’impostazione generale del progetto, è stato definito
secondo modalità e tecniche costruttive compatibili con la concezione strutturale originaria e con
i caratteri dell’edilizia storica. I rafforzamenti localizzati e le connessioni tra strutture murarie sono
state effettuate secondo operazioni di cuci e scuci; le scatole murarie sono state solidarizzate tramite
collegamenti con catene metalliche; il cordolo sommitale è stato realizzato in muratura, con barre
metalliche interne e connessioni metalliche; i travetti lignei del tetto (esistenti o di sostituzione)
sono stati connessi al cordolo sommitale secondo tecniche simili a quelle già riscontrate in alcune
parti dell’edificio.