studi per il progetto del museo dei fori imperiali

Il progetto è formulato all’interno del corso di Progettazione urbana tenuto da Raffaele Panella.
Sulla base dello studio dell’assetto dell’area dei Fori imperiali a Roma precedente alle demolizioni
del 1932, in seguito alle quali viene aperta via dell’Impero (ora via dei Fori imperiali), il corso
propone il tema della risarcitura dello scavo della collina Velia, un tempo posizionata tra la Basilica
di Massenzio e la Villa Silvestri-Rivaldi, attraverso la creazione di un museo archeologico.

Il progetto prende le mosse dalla ricognizione delle conoscenze storico-archeologiche – precedenti
la campagna di scavi al Foro di Nerva, di Traiano e del Templum Pacis condotta dal 1996 – e
dall’assunzione delle direzioni principali del luogo, definite dalle preesistenze; tra cui anche alcuni
tracciati moderni, come la giacitura di via dei Fori, che assume un nuovo ruolo.

L’impostazione generale parte dalla creazione di un sistema di spazi aperti, su più livelli e di diversi
connotati addensati attorno al vuoto, ristretto ma non colmato, tra il Tempio di Venere e Roma e la
Villa Rivaldi.


La nuova architettura, disposta in gran parte in ambienti ipogei o se in superficie al disotto delle
preesistenze storiche, è concepita come un grande “muro di sostegno”, una struttura composita
che non cerca di riproporre un dato assetto preesistente ma riconnette i frammenti e le maggiori
testimonianze deformandosi e differenziandosi secondo le peculiarità dei singoli luoghi.
In corrispondenza della sostruzione del Tempio di Venere e Roma, il cui fianco sulla via dei Fori
è scandito dal ritmo regolare delle colonne residue, l’ala antistante del nuovo museo assume un
andamento altrettanto regolare, costituendone una sorta di “base”.

Dall’altro lato, verso la Villa, in prosecuzione del muro di sostegno del Munoz, articolato in nicchie e edicole, una serie di aule e di
anditi si alterna, schermato da un muro volutamente “stratificato” e orientato secondo la Via dei Fori,
creando una successione di spazi concavi e convessi (sale espositive e relativi vestiboli) in analogia
non letterale con il muro esistente. Davanti alla Basilica di Massenzio, infine, il cui abside costituisce
l’episodio più significativo del percorso, gli edifici si ritraggono per circondarlo, valorizzandone la
forma circolare con la realizzazione di una corte porticata.


I tre corpi principali, separati in superficie, sono riconnessi al livello ipogeo da un grande vuoto
centrale, accessibile tramite un volume concavo in cui trovano posto le scale e le rampe, perno
della composizione