L’edificio da ristrutturare, costruito negli anni venti del Novecento nella prima periferia nord-est di
Roma, è composto da un primo nucleo in muratura di mattoni non intonacata con seminterrato
e due livelli fuori terra coperto da tetto a padiglione, cui si addossa una serie di corpi di fabbrica
successivi realizzati negli anni settanta e ottanta in maniera episodica, non integrati con l’edificio
preesistente.
Il progetto si basa sulla richiesta di realizzare appartamenti utilizzabili anche in maniera autonoma
ai diversi livelli, integrando in un insieme organico le aggiunte successive, sia dal punto di vista
strutturale che architettonico e figurativo.
Oltre alla riorganizzazione distributiva e alle necessarie opere di risanamento, consolidamento e
miglioramento sismico, le principali operazioni si concentrano Il volume della scala, sul fronte verso
il giardino: la scala assume il ruolo di perno della riconfigurazione dei volumi esistenti, coperti a terrazza
e aperti verso l’area verde di pertinenza e definiti da elementi vetrati e pensiline aggettanti.
Attraverso la ridefinizione dei volumi e l’alternanza di materiali si ricerca da un lato la riconoscibilità
delle aggiunte e dall’altro una migliore integrazione con l’edificio originario, trattato come un volume
da recuperare con interventi minimi di impronta conservativa.
Assieme agli interventi sull’edificio, le aree esterne sono risistemate con il ridisegno dei percorsi in
maniera tale da consentire ambiti distinti e modalità d’uso differenziate per i diversi livelli.