La casa occupa il piano terra e rialzato di una residenza storica situata nel centro antico di Buscemi. Nella parte oggetto dell’intervento l’edificio risale agli ultimi anni dell’ottocento con modifiche primonovecentesche ma su probabile base precedente. Durante il cantiere sono emerse diverse tracce di fasi di trasformazione di varia natura, non tutte riconducibili con certezza ad un periodo definito ma da cui sono stati tratti indizi per la cronologia relativa delle diverse parti componenti.
Dall’osservazione degli edifici adiacenti si è potuto constatare come alcuni elementi (i sistemi voltati su piedritti) facessero parte di un organismo unitario su più campate, poi suddiviso da successivi rimaneggiamenti, di cui l’edificio occupa solo una porzione. Allo stesso modo alcuni volumi, in particolare quelli su strada, sembrano riconducibili ad addizioni successive, forse dovute ad intasamenti di aree ad orto e al ridisegno degli assi viari prospicienti. Il cambiamento di livello delle strade di accesso è visibile anche dalla presenza di aperture tamponate.
Il progetto sceglie di rendere evidenti le tracce delle trasformazioni principali tentando comunque di non frammentare gli spazi né l’immagine risultante. Nei limiti di un intervento locale diverse azioni sono intraprese per migliorare le caratteristiche strutturali (non ottimali sia per qualità della struttura originaria sia per le trasformazioni novecentesche): demolizione tetto in c.a. e rifacimento tetto in legno, cordolo in acciaio, incatenamenti metallici per l’arcone centrale e per i fronti su strada, interventi di cuci-scuci nelle parti ammalorate di muratura. Sono realizzati i servizi e resi funzionali gli impianti.
Le finiture ripropongono le principali caratteristiche materiche e cromatiche delle case storiche di Buscemi (intonaco chiaro o pietra calcarea).
Il pavimento, stante la demolizione di quello originario verso la metà del novecento, è ridefinito con tavole di legno da cantiere, favorendone il riuso
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indirizzi e criteri per la microzonazione sismica nella pianificazione
La ricerca si inserisce nel filone degli studi geologici e urbanistici iniziato con la pubblicazione degli Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica (Dipartimento della protezione civile – Conferenza delle Regioni 2008). L’attività è finalizzata alla predisposizione di linee guida per l’utilizzazione della MS nella pianificazione urbanistica comunale.
Attraverso il confronto tra studi di MS, situazioni insediative e previsioni di piano, le attività sono finalizzate a predisporre una procedura di riferimento, generale e applicabile a diversi contesti con pochi adattamenti, in grado di assorbire diversi livelli di approfondimento e tale da fornire un supporto alle decisioni localizzative e all’individuazione di interventi per la riduzione del rischio sismico.
Tra le principali attività in corso (ricerche CNR – DPC), lo studio delle diverse possibili “condizioni limite” per gli insediamenti urbani in relazione agli eventi sismici e le diverse ricadute sulla pianificazione urbanistica. All’interno di questa ricerca è stata definita la condizione limite per l’emergenza (CLE) e il suo rapporto con gli studi di microzonazione sismica.
Come principale ricaduta delle ricerche in corso, la condizione limite di emergenza è stata recentemente inserita all’interno delle disposizioni normative di incentivazione degli studi di microzonazione sismica e di prevenzione del rischio sismico (OPCM 4007/2012)