Due giornate di formazione sul rischio sismico

Il rischio sismico non può essere affrontato solo come un tema specialistico, anche se richiede conoscenze e competenze specifiche e approfondite. Si tratta di un tema che impone il confronto e il dialogo tra diverse discipline e settori e la capacità di definire linee di azione in grado di radicarsi nelle pratiche concrete di trasformazione urbana e territoriale, superando la centralità dell’emergenza a favore di una attività di prevenzione.

Le due giornate di formazione sul rischio sismico all’interno del Master Urbam dell’Università Sapienza di Roma sono pensate per offrire una occasione di confronto tra esperti nel campo della geologia, dell’ingegneria strutturale e geotecnica, del restauro e recupero del costruito storico, dell’urbanistica e della pianificazione, assieme a rappresentanti delle istituzioni e delle amministrazioni pubbliche.

Oltre a trattare temi specifici (la microzonazione, la normativa tecnica per le costruzioni, il comportamento sismico di terreni, edifici e aggregati edilizi storici, le conoscenze e gli strumenti per la valutazione e la prevenzione del rischio sismico a scala urbana) sono presentate letture critiche di esperienze di ricerca e ricostruzione post-sismica, come base per impostare con maggiore consapevolezza azioni di prevenzione in contesti di particolare complessità come gli insediamenti storici.

Il corso è stato accreditato sia per architetti che per geologi dai rispettivi ordini professionali e ha visto la partecipazione di docenti, professionisti, studenti appartenenti alle diverse categorie provenienti dal mondo dell’architettura e pianificazione, ingegneria strutturale, geologia

architettura delle infrastrutture. accessibilità ai centri antichi nella città rete

Con l’intenzione di superare la separazione di competenze e temi con cui il progetto delle
infrastrutture solitamente si misura, la ricerca si propone come occasione per far convergere punti
di vista diversi e complementari attorno ad alcune ipotesi di trasformazione per il territorio dell’area
pontina, a sudovest di Roma.


Nell’ambito della fascia pedemontana pontina è preso
in esame un progetto di rifunzionalizzazione di un tracciato ferroviario dismesso come occasione
per ridisegnare le risalite ai centri storici lungo le pendici collinari, da riconnettere in un
sistema a rete.

Il lavoro si è svolto su tre diversi filoni: la lettura delle caratteristiche del
territorio alla scala vasta, evidenziando i sistemi ambientali, le trame agricole, le reti infrastrutturali,
i nodi insediativi, le tracce della storia; la sintesi delle previsioni di piani, programmi e progetti
nel contesto territoriale; l’esame di dettaglio dei luoghi scelti per gli approfondimenti progettuali. A
partire dalla scelta del tracciato della pedemontana, le letture territoriali e le indagini ravvicinate
hanno costituito la base per la scelta delle aree di intervento.

Ogni lettura è stata svolta tenendo conto di diversi sistemi, in un’ottica diacronica e multiscalare; il
paesaggio, nella sua accezione di visione di territorio, ha costituito
il riferimento e l’obiettivo principale per le diverse fasi della ricerca.

Oltre alle elaborazioni finali, il contributo alla ricerca si è basato sulla costruzione di una serie numerosa di schemi e schizzi di lavoro

gli spazi dell’archeologia. lezione al master “architettura per l’archeologia – archeologia per l’architettura”

La lezione del 10 maggio 2012 nel master “Archeologia per l’architettura – architettura per l’archeologia” dell’Università di Roma La Sapienza illustra la ricerca di dottorato confluita nel libro “Gli spazi dell’archeologia. Temi per il progetto urbanistico” (Officina, Roma 2005). L’espressione “spazi dell’archeologia” indica sia le aree archeologiche – testimonianza dell’antico ma allo stesso tempo spazi della città contemporanea – sia il ruolo dell’archeologia nei processi di trasformazione urbana e nei progetti urbanistici.
Per una rispettiva qualificazione tra testimonianze archeologiche e contesti urbani è necessario valutare le reciproche relazioni nelle specifiche condizioni di ogni luogo, e impostare un dialogo serrato tra diverse discipline, con l’obiettivo di favorire una maggiore consapevolezza e conoscenza collettiva della storia urbana.